La Scuola di Martino Filetico

STORIA DELLA SCUOLA “MARTINO FILETICO” DI FERENTINO

Sul finire del XV secolo Martino Filetico (1430 ca.-1490 ca.), umanista e docente di Latino e Greco nello Studium Urbis di Roma, con il suo cospicuo lascito testamentario ampliò la Scuola ferentinate di Umanità e Retorica, già fiorente dal Medioevo. La generosità dell’Umanista era degna ricompensa per la Città in cui si era formato culturalmente e alla quale volle legare il suo nome con una magnanimità tale da rendere imperituro il suo ricordo: con le sue rendite doveva essere assicurata l’istruzione gratuita ai giovinetti poveri di Ferentino e del territorio.

La città di Ferentino godeva di grande fama nel campo delle attività scolastiche: già dal XIV secolo il Comune gestiva una scuola pubblica e stipendiava un Maestro per impartire le nozioni di base ai giovinetti della Città. Nello stesso secolo due mecenati, l’abate Ribbi e il canonico Tuzi, avevano donato le loro case e le loro sostanze per attivare scuole di umanità e retorica, dove i giovani potessero formarsi al culto delle humanae litterae. Con il lascito testamentario di Martino Filetico, le scuole “laiche” di Ferentino vennero unificate in un’unica istituzione scolastica: il Gymnasium Philetici, che sotto la direzione della Famiglia del Filetico visse autonomamente fino all’inizio del XVII secolo. La Scuola Filetica di Ferentino era così rinomata che anche i Vescovi della Città se ne servirono, in assenza del Seminario (questo fu eretto solo nel 1687), come istituzione formativa del clero. La Scuola Filetica era una scuola umanistica: impostata sul canone della Scuola Convitto, era impostata su uno studio esemplato sui classici (Virgilio, Cicerone, Ovidio), formava i discepoli nelle lettere latine, impartiva nozioni di retorica e di dottrina cristiana, era finalizzata alla formazione del perfetto gentiluomo.

La gestione della Scuola Filetica il 21 dicembre 1600 passò al Comune. L’ultimo rettore, il can. Nicola Antonio Raonio, abate parroco di S. Maria Maggiore, non avendo eredi cui lasciare l’eredità preziosa della Scuola, con un atto di sublime generosità la donò con tutti i suoi beni mobili e immobili al Comune di Ferentino. La casa collegio dove era ubicata la Scuola (attuale Vicolo Raonio) non poteva più alloggiare i numerosi studenti; pertanto il Comune si vide “costretto” a trasferire la Scuola Filetica nel Convento dei Frati Conventuali di S. Francesco, presenti in Città dal 1230 circa. I Frati Conventuali accolsero nel loro edificio tutte le scuole comunali di Ferentino e da quel momento il Convento dei Francescani divenne una vera e propria “cittadella degli Studi”; i Frati mettevano a disposizione della Comunità il loro edificio; il Comune provvedeva al reperimento dei Maestri, al loro pagamento e stabiliva l’ordinamento degli Studi.

La Scuola del Comune venne retta dai Frati Francescani Conventuali di S. Francesco fino al 1799, quando arrivarono in Ferentino le truppe della Repubblica giacobina romana. Nel periodo della Rivoluzione Francese e successivamente di Napoleone Bonaparte i beni conventuali vennero indemaniati: la Scuola ferentinate fu “laicizzata”, seguì gli ordinamenti dello Stato francese e fu gestita dal Comune di Ferentino.

Nel 1815, alla fine periodo napoleonico, tornato il territorio di Ferentino sotto il dominio del suo legittimo sovrano, il Pontefice, la Scuola venne affidata ai Gesuiti, che la organizzarono sul modello della loro Scuola-Convitto: si aprirono alla frequenza dei cittadini e di altri studenti, che provenivano da tutto lo Stato Pontificio, scuole elementari, medie e quinquennio liceale. I Gesuiti ampliarono l’edificio scolastico per renderlo capace di contenere i numerosissimi studenti e il diversificato curriculum studiorum; dotarono la Scuola anche di facoltà universitarie: diritto, teologia e retorica. Gli Studenti, dopo aver frequentato i primi due anni del livello universitario, completavano lo studio laureandosi presso l’Università Gregoriana di Roma.

Brevi linee a cura della prof.ssa Biancamaria Valeri